La torta di mandorle è un dolce pregiato
della Sardegna. Originariamente veniva utilizzata per i matrimoni,
tant’è che viene chiamata anche “sa trutta de is sposusu” ovvero “torta degli
sposi”. Faceva bella mostra di sé in tutte le cerimonie religiose dai battesimi
alle cresime, dalle Prime Comunioni ai fidanzamenti ufficiali che prima
venivano degnamente festeggiati quasi come un matrimonio. Addirittura si faceva
recapitare agli invitati la partecipazione del fidanzamento. Io conservo
gelosamente la partecipazione delle nozze dei miei genitori e dei miei zii e
quelle del loro fidanzamento. Ora sa di esagerato, ma una sessantina di anni fa
era buona regola di galateo partecipare anche i fidanzamenti che poi sfociavano
in altrettante nozze, e tutti ci tenevano a fare bella figura sfoggiando e
offrendo anche dolci bellissimi. Uno di questi era appunto la torta di
mandorle, bianca e immacolata come la sposa e di sapore finissimo e delicato,
dove la semplicità melodiosa della base alle
mandorle si fonde nella glassa zuccherina all’acqua di fior d’arancio (anche
questi, da sempre, ben legati al matrimonio) e ne esalta il gusto armonioso che
non si dimentica più.
INGREDIENTI per una tortiera da 24/26 cm
- 6 uova grandi
- 250 gr di farina di mandorle sarde
- 230 gr di zucchero
- 80 gr di fecola di patate
- 2 limoni grattugiati
- 1 bicchierino di liquore Villacidro Murgia(o liquore all’anice o Sambuca )
- 1 bustina di vanillina
- 2 cucchiaini di lievito in polvere per dolci
PROCEDIMENTO
- Separate i tuorli dagli albumi. Montate gli albumi fino ad avere una neve ben ferma.
- Ora montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
- Aggiungete le scorze di limone grattugiate, il liquore e la vanillina.
- Incorporate al composto dei tuorli montati la farina di mandorle e la fecola.
- Unite lentamente anche gli albumi montati a neve e incorporateli per bene. Aggiungete il lievito in polvere.
- Versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata e infornate per circa 45/50 minuti a 170 °C. Il tempo di cottura dipende molto dal tipo di forno (fate sempre la prova stecchino).
- Lasciate raffreddare. Quando sarà tiepida ribaltatela su un foglio di carta forno adagiata su un piano. Lasciate riposare 12 ore o tutta la notte.
INGREDIENTI
per la GLASSA “sa cappa”
- 150 gr di zucchero semolato
- 20 ml di acqua di fiori d’arancio
- 100 ml di acqua circa
- 125 gr di zucchero a velo
- 1/2 cucchiaio di succo di limone
PROCEDIMENTO
- In un pentolino versate lo zucchero semolato e copritelo con l’acqua e l’acqua di fiori d’arancio (l’acqua dovrà essere sopra il livello dello zucchero per circa 5 mm).
- Far cuocere a fuoco lento fino al raggiungimento dei 107°, ossia la cottura “a mesu puntu”, fare la prova prendendo una goccia di sciroppo tra i polpastrelli: se si appiccicano formando un leggero filo è pronto.
- Levare dal fuoco e versare a filo questo sciroppo sullo zucchero a velo. Aggiungere il limone e lavorare il composto con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una cremina bianca liscia e senza grumi. Questa dovrà coprire la torta lasciandone intravedere appena la base.
Che meraviglia, questi dolci della vostra terra sono preziosi come merletti. Un abbraccio
RispondiEliminaAMEI DE PAIXÃO SUAS MÃOS SAO ABENÇOADAS AMEM.
RispondiEliminaComplimenti
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