Qui nel Medio Campidano il periodo di Carnevale viene caratterizzato dalla preparazione delle zippole - zippuas , o dei fratifritti - parafrittus.
Le zippole lunghe vengono preparate in gran parte della restante Sardegna dove assumono diversi nomi a seconda della zona: Frisjoli, Cattas o Zippulas. Quando ero ragazzina, tanti e tanti anni fa.... ho vissuto per un po' di tempo ad Oristano. In uno dei carnevali trascorsi lì, mia zia preparò le frittelle lunghe. Per questo motivo le chiamo Zippole lunghe di Oristano e mi rievocano i bei tempi della mia adolescenza. Una bontà assoluta. Me ne innamorai e mi ripromisi di provarle pure io. Le ho provate e vi assicuro che (anche se non sono perfette nella forma) sono davvero squisite. Il loro segreto sta nella semplicità e genuinità degli ingredienti: ne contiene pochissimi, e questo le rende leggere e digeribili pur essendo fritte.
Non mi fermerei mai di mangiarle, e mettono una grande allegria. Le preparo con mia sorella e mio marito e vi assicuro che ci divertiamo tanto, cucinare questi fritti come anche le zippole e i fratifritti crea un'atmosfera piacevole e di dialogo e ci permette di vivere il carnevale anche stando a casa.
Ingredienti
- 1 kg di semola fine o rimacinata
- il succo e la scorza grattuggiata di 3 arance di medie dimensioni
- la scorza grattuggiata di un limone
- un bicchierino generoso di liquore (Villacidro o filu e ferru o Sambuca);
- 1 l. di latte ;
- 25/30 gr di lievito di birra.
Versare la semola, la scorza grattuggiata del limone e delle tre arance e il loro succo nell'impastatrice e iniziare a impastare. Aggiungere poco alla volta del latte in modo che venga lavorato molto bene e passare alla successiva aggiunta solo dopo che è stato assorbito il precedente: da impasto sodo ma liscio ed elastico deve diventare, lentamente, morbido. Alla fine versate il lievito sciolto nel latte. La consistenza sarà molto fluida, quasi come una pastella, in quanto dovrà passare attraverso il tipico imbuto con manico . A questo punto trasferire l'impasto nella "scivedda"- contenitore in terracotta - bagnando le mani con dell'acqua. Lavorare ancora un pochino l'impasto con il liquore sollevandolo con movimenti veloci con la mano aperta e “schiaffeggiando”
l’impasto fino a fargli assorbire tutto il liquido. Lasciare lievitare almeno un'ora o fino a quando non raddoppia il suo volume e nella superficie si formano delle bollicine. L'ambiente dovrà essere caldo per facilitare la lievitazione.
Versare
dell'olio in una padella larga su fiamma vivace e aspettare che si
scaldi. La tradizione consiglia di usare l'imbuto di metallo con il
manico, ma in mancanza si può usare una sac a posh come ho fatto io.
Quando l’olio è caldo fate scendere l’impasto partendo dal centro della
padella e formare una spirale. Fatele scolare dall'olio in eccesso e inzuccheratele.
Buona degustazione.
Buongiorno.....le ho mangiate un paio di volte a Maddalena dalla mia amica Costanza ed erano buonissime!!!!
RispondiEliminaBuona giornata
ciao Mila un caro saluto
RispondiEliminaBellissime e quella scivedda per preparare l'impasto ve la ruberei!! Un abbraccio
RispondiElimina